La produzione, la trasmissione e la distribuzione dell’energia elettrica in Sicilia è sempre stata una questione particolarmente complessa, e ciò a causa di diversi fattori: dalle carenze delle strutture ai comportamenti anticoncorrenziali dei vari operatori energetici.
Per cercare di invertire il trend negativo e stabilizzare la situazione energetica siciliana, Terna S.p.a. ha avanzato il progetto per la costruzione di un nuovo elettrodotto tra Sicilia e continente, in grado di garantire un sicuro approvvigionamento energetico dell’isola.
Il progetto integrale è stato approvato nel 2010. Si tratta di un’opera imponente, per un investimento di più di settecento milioni di Euro, che prevede un collegamento a 380 kV, in corrente alternata, in grado di trasportare fino a 2000 MW di potenza.
Tuttavia la realizzazione del progetto non è rimasta esente da critiche. Si è innescato, infatti, un meccanismo che ha portato ad un vero e proprio “braccio di ferro” fra chi ritiene essenziale la costruzione dell’opera e chi invece si oppone alla stessa.
Il seguente lavoro è stato realizzato ad esito del corso di studi in tema di diritto energetico organizzato dall’università LUISS Guido Carli di Roma e pubblicato anche sulla rivista giuridica Lexambiente. Esso si propone di offrire una panoramica sui fattori che hanno indotto Terna a presentare il progetto, la puntuale indicazione del procedimento autorizzativo seguito, nonchè una valutazione critica delle diverse contestazioni mosse nei confronti dell’opera.