Videosorveglianza contro atti vandalici: quando lede la privacy

Se il vicino di casa lamenta che la presenza di una telecamera di videosorveglianza contro atti vandalici lede la sua privacy deve fornire prove certe. Questo è quanto stabilito dalla sentenza della Corte di Cassazione n. 27223 del 15 settembre 2022.

Il caso in questione chiude la disputa tra due vicini di casa, nata dopo che uno dei due aveva installato una telecamera di sorveglianza per difendersi dai continui danneggiamenti subiti sulla propria auto per atti vandalici. Ecco i fatti.

Videosorveglianza contro atti vandalici e privacy

Di fronte al Tribunale di primo grado si presenta la questione riguardante una lite tra vicini di casa a causa dell’installazione di una telecamera di videosorveglianza. L’apparecchio era stato montato all’esterno dell’abitazione di uno dei due al fine di disincentivare i continui danni all’auto dello stesso per mano di vandali.

A tale installazione si oppone il vicino, affermando che tale videocamera registrava tutti i movimenti di fronte alla porta della sua abitazione, con l’aggravante che era puntata proprio verso la sua finestra. 

Per costui, la videocamera ledeva la sua privacy e quella della sua famiglia. Il Tribunale rigettava la domanda di rimozione della camera e di risarcimento, affermando che tale interferenza alla privacy non poteva essere provata. 

Inoltre, conveniva con la tesi difensiva sul fatto che la persona che aveva installato la videocamera non aveva nessun altro interesse che difendere il proprio bene da atti vandalici.

La decisione della Corte di Cassazione

Il vicino soccombente porta la faccenda in Corte di Cassazione, lamentando il fatto che il suo diritto alla riservatezza non era stato tenuto in considerazione . Inoltre, afferma che le telecamere noncerano segnalate in modo adeguato. 

La Suprema Corte conferma la prima sentenza e dichiara inammissibile il ricorso. Infatti, gli ermellini avallano la tesi del Tribunale e ribadiscono che le registrazioni della videocamera non possono in alcun modo interferire con la vita del ricorrente, piuttosto sono molto utili per consentire al vicino di riconoscere i possibili vandali in caso di futuri danneggiamenti. Riguardo la scorretta segnalazione dell’impianto, i giudici puntualizzano che tali censure avrebbero dovuto costituire oggetto di impugnazione per revocazione, ma così come prospettate risultano inammissibili.

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